Descrizione
Venerdì 23 agosto–GEMMANO- piazza Roma
Ore 21.00 – Ingresso gratuito
CORTO CARTOON CLUB
THE BIG GIRL di Anastasiia Chikerlan, 6’01” (Russia, 2023)
e poi
LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI
(Mrs Harris Goes to Paris)
Regia di Anthony Fabian
Commedia, Regno Unito, 2022, 115 min.
Londra, anni ’50: una donna delle pulizie rimasta vedova, si innamora di un abito di alta moda di Dior fino a essere ossessionata dal vestito. Decisa ad averne uno uguale, la donna si mette in viaggio alla volta di Parigi. Questo viaggio non cambierà solo la sua visione del mondo, ma anche il futuro stesso della Maison Dior.
Non è la prima volta che il romanzo “La signora Harris” (1958) di Paul Gallico viene tradotto in audiovisivo: avvenne già con un film per la tv In volo per un sogno (1992), interpretato da Angela Lansbury. Questo La signora Harris va a Parigi, diretto da Anthony Fabian, si fa forte di un’accuratissima messa in scena all’altezza della sala e letteralmente da Oscar (production design di Luciana Arrighi, costumi di Jenny Beavan), per recuperare lo spirito di un racconto classico, dallo svolgimento tanto ottimista quanto prevedibile: le radici di un ”feel good movie” da manuale sono incarnate da una protagonista che mette d’accordo tutti. Dolce quanto basta a non trasformare la sua decisione in arroganza, decisa quanto basta a non rendere la sua dolcezza una passività. Più che una donna, Ada è l’equilibrio incarnato, che non a caso unisce mondi agli antipodi, aprendo gli occhi a quasi tutte le persone che incontra, ed è in grado anche di svelare involontariamente i caratteri reali della gente, sotto la facciata. Citazioni filosofiche nei dialoghi rendono esplicita quest’interpretazione.
Di solito a questo punto si direbbe che la professionalità della costruzione, a partire dalle attrici e dagli attori di rilievo, compensa sia la prevedibilità sia qualche calo di ritmo, specie in un apparente doppio finale, comunque poi giustificato. In realtà però c’è una chiave di lettura in più che impreziosisce il film, perché Ada è il simbolo di un cambiamento epocale nella cultura di massa: la rivendicazione di un benessere, di un tempo libero da dedicare al bello, da parte del proletariato, che nel film si vede scioperare per rivendicare i propri diritti. L’apparizione di Ada avvia la necessità della riproducibilità di un abito firmato, poco prima esclusiva “opera d’arte”. È la concessione del bello al più ampio pubblico possibile: è il tema sorridente che regge La signora Harris va a Parigi. Si tratti di un viaggio a Parigi, di un abito di Dior o dell’invito di un marchese, non viene mai messo in dubbio nel film che la finestra su questa bellezza possa essere un’illusione. Il punto è che tutti abbiamo diritto a quell’illusione.